Parlare di San Pastore significa parlare di un pezzo di storia del nostro Paese: San Pastore è autenticità, ricerca, Terra, qualità, salubrità, capacità di nutrire corpo e mente.
Questo frumento tenero (perfetto quindi per la panificazione e la realizzazione di pasta fresca e prodotti da forno dolci e salati), precedentemente denominato Bruno e iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà dal 1940, è nato nel 1929 dal lavoro del grande genetista Nazareno Strampelli, che verso la fine del XIX secolo ha iniziato a selezionare i migliori genotipi di frumento tenero presenti nella popolazione locale Rieti, allora molto diffusa nelle zone cerealicole dell'Italia centrale in virtù della sua elevata resistenza agli attacchi fungini, alla buona resa e all'ampia adattabilità ai diversi ambienti. Con questi, Strampelli incrociò altri frumenti per garantire alla costituenda varietà i caratteri di precocità (per resistere alla stretta del caldo estivo, soprattutto nei climi del centro-Sud), maggior produttività e miglior lavorabilità (testati con metodi scientifici allora all'avanguardia).
Il San Pastore fu una delle varietà cardine della cosiddetta Battaglia del Grano, finalizzata all'autarchia alimentare del Paese, ovvero migliorare la qualità e la quantità delle rese senza aumentare la superficie cerealicola coltivata, in risposta a una necessità interna del Paese e in contrasto con logiche di mercato che ignoravano (già all'epoca) le reali esigenze degli agricoltori e di chi si sarebbe nutrito degli alimenti prodotti con quel grano. Il lavoro di Strampelli consentì all'Italia di sorpassare la guerra e l'immediato dopoguerra senza le catastrofiche carestie che invece colpirono altri Paesi europei: il fabbisogno nazionale di grano si ridusse di oltre due milioni di tonnellate all'anno, senza aumentare la superficie coltivata, con il San Pastore che la faceva da padrone e fu progenitore di numerose varietà ancora oggi coltivate in tutto il mondo.
Dalle prime analisi effettuate a partire dal Pane Grosso di Tortona, sono emersi importanti aspetti che da un lato confermano l'appartenenza del San Pastore ai grani di tradizione (basso tenore glutinico tipico dei grani non di forza), dall'altro cominciano a spiegare le caratteristiche di salubrità (assenza di glifosato, presenza di avenina e gliadine, etc.) e capacità nutritiva (oltre cento proteine legate alle riserve nutritive), garantite anche dalla scelta della molitura a pietra e delle lavorazioni tradizionali con lievitazioni naturali.
Per celebrare il San Pastore e il Pane Grosso di Tortona, il primo prodotto interamente realizzato con esso e tutelato dal Consorzio, è stato realizzato un libro:
Il tesoro segreto. Il Pane Grosso di Tortona di grano San Pastore, una fiaba per grandi e piccoli, scritta da
Lucia Torti e illustrata dai ragazzi dell'Istituto San Giuseppe di Tortona, all'interno di un progetto didattico e divulgativo che ha portato oltre 250 bambini e ragazzi alla scoperta dell'intera filiera del San Pastore, dal campo alla tavola, passando per il mulino e la panificazione.